Gentili colleghi,

sono un giovane Segretario Comunale, di fascia B,  entrato in carriera da qualche anno ormai, quanto basta per recepire l’orgoglio di appartenere ad una categoria, purtroppo in balia delle onde che ancora oggi stenta a trovare una precisa collocazione nel mondo giuridico- amministrativo per ragioni che razionalmente sfuggono alla mia personale sensibilità, perché probabilmente troppo lontane dal limitato angolo visuale e  depositate in chissà quale ambiente politico avverso o criticamente favorevole alla sorte dei Segretari Comunali.

        Scrivo questa mia, per sollevare alla vostra attenzione una personale vicenda, vissuta magari da moltissimi colleghi, con lo stesso enorme senso di amarezza e sconforto che, in sincerità e franchezza, ha di molto fiaccato l’orgoglio di cui innanzi ho parlato, lo stesso che credo entusiasmi ciascuno di noi, quando leggiamo su giornali o riviste specializzate del “ legame antico e ancora vivo al servizio e per il bene dei cittadini” che si tramanda dall’illustre predecessore  Niccolò Macchiavelli   (1498) fino ai giorni nostri.

        Vi anticipo purtroppo che la discussione cade sul vile denaro, circostanza di non poco conto per le enormi responsabilità che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare. E vengo ai fatti.

Il 13 maggio scorso, sul finire della mia giornata di lavoro,   mi fu recapitato un telegramma dell’Agenzia Regionale dei Segretari Comunali e Provinciali, nel quale mi si notiziava che ero stata incaricata della reggenza di altro Comune per il giorno successivo. Per dovere di cronaca aggiungo come il tutto fosse stato preceduto da colloqui telefonici intercorsi con il Responsabile della Sezione il quale, dopo aver chiesto la mia disponibilità in tal senso ( da me  declinata per ragioni d’ufficio), pensò bene ( ammettendo di non aver avuto altre alternative ) di convocarmi forzosamente per la reggenza, in barba alle motivazioni da me palesate in precedenza.

Da buon Segretario Comunale, il giorno successivo, in perfetto orario, mi recai presso l’indicato ufficio di Segretaria Comunale per adempiere al mio dovere. Particolare di non trascurabile importanza: si trattava della prima giornata  di ricezione delle liste elettorali !

Trascorsi, in quell’ufficio ben 11 ore lunghissime di lavoro,  non interrotte da alcuna pausa pranzo, come spesso accade e rientrai a casa  solo in serata, per di più avvisando della reperibilità telefonica, nel caso di necessità.

Dimenticai ovviamente, distratta dal lavoro di ogni giorno, di far pervenire nell’immediatezza la richiesta di pagamento delle competenze dovute. Aggiungo… per fortuna!

Qualche giorno addietro, trovando il tempo disponibile  per la  cura dei miei interessi,  contratto alla mano, eseguo i conteggi per scoprire,  sorpresa delle sorprese, che per quell’umile giornata di lavoro ho diritto alla corposa cifra di Euro 7,87…………. ovviamente lorde!!!!!!

Credo  proprio che ci sia ben poco da commentare.

L’unica verità è che purtroppo la nostra autostima e ancor più quella di chi dovrebbe difendere gli interessi della categoria si è totalmente  annullata dietro oscure logiche e futili motivazioni che decisamente non mi convincono e certamente non difendono, anzi mortificano pesantemente l’orgoglio, la dignità e la serietà  di una categoria di professionisti.

Non me ne abbiate se ammetto di guardare con un pizzico di invidia, chi del proprio rozzo sapere  (un qualsiasi operaio pretende cospicuo compenso, almeno 40 Euro, per il solo diritto di chiamata!) ha fatto virtù, magari con meno prerogative sindacali, se tali possono definirsi.

 

 

Catanzaro 22.09.2004

                                                                                  Cinzia Sandulli

                                                                       Segretario Comunale di Taverna

                                                                            Provincia di Catanzaro

 

 

P.S.: Si richiede cortesemente la pubblicazione della presente lettera aperta sul forum della categoria, quale spunto di riflessione sulla problematica esposta.