Ora più che mai il tema vero è segretari sì o no.

 

Ho letto e riletto più volte gli interventi succedutisi nel forum e, in effetti, mi pare di capire che da 8 anni a questa parte il tema è sempre lo stesso e correggetemi se sbaglio.

“Cosa ne sarà del segretario comunale?”

Ce lo chiedevamo dal giorno in cui si cominciò a raccogliere le firme per il referendum abrogativo, ce lo siamo chiesto durante i giorni in cui si discutevano le leggi “Bassanini”, continuiamo a chiedercelo oggi a distanza appunto di 8 lunghi anni….

Non è per recriminare, però si diceva che la riforma Bassanini non fosse certo la soluzione del problema, ma sicuramente se i segretari si fossero sforzati di adeguarsi al nuovo sistema ed avessero puntato sulla professionalità e sul nuovo modo di fare amministrazione, ci si sarebbero aperti nuovi orizzonti.

Ora a me non mi pare che i segretari comunali, anche quelli più datati, non abbiano fatto sforzi per adeguarsi al nuovo sistema, mi pare invece che il sistema si sia rivelato per quello che, in effetti, era fin dal primo momento. Cioè un sistema per eliminare in modo quasi indolore e sottotraccia (per tutti ma non per noi), la figura del segretario comunale.

Un po’ come quando i nazisti portavano gli ebrei ad Auschwitz dicendo loro che avrebbero solo lavorato per il Reich e se lo avessero fatto bene, sarebbero poi stati liberati… “Arbeit macht frei…” sta scritto sulla porta d’ingresso del lager.

Di fronte a questi fatti, riconosciuti e richiamati anche nell’intervento del segretario regionale dell’UNSCP della Lombardia, intervento che ho molto apprezzato per la sua sincerità, mi chiedo e vi chiedo: “E’ possibile reagire sindacalmente per la tutela dei nostri diritti di lavoratori ?” E’ giusto continuare a fare convegni, certo molto interessanti ed anche illuminanti per le soluzioni ragionevoli prospettate, che a parole tutti (anche l’anci) riconoscono utili e poi nei fatti disattendono completamente le conclusioni dei convegni (la questione della disponibilità dimezzata è illuminante) ? Oppure non è il caso di adottare una linea più dura, prima che ci si apra davanti la bocca del forno crematorio?

Se la risposta è sì  a quest’ultima linea d’azione, vi pongo un’altra domanda. Saremo capaci come categoria ad essere uniti senza divisioni (anche sindacali) e distinguo, sapendo che è in gioco non già l’indennità in più o in meno ma il nostro rapporto di lavoro?

Mi piacerebbe avere qualche risposta.

Cordialmente, Roberto Napoletani