Il recente parere della Corte dei Conti della Lombardia che ha provocato le proteste dei colleghi riguardo alla misconoscenza, che denota, dell'importanza del ruolo dei segretari comunali, mi spinge a considerazioni "di attacco" della controparte - così si può chiamare questa Corte dei Conti - piuttosto che di difesa della categoria. Che resta importantissima, come sempre é stata, da Machiavelli in poi, per dare indirizzo unitario e alto livelli di regole ai comuni. La Corte che afferma che le funzioni dei segretari possono essere svolte egualmente bene dai responsabili dei servizi., é quell'organismo amministrativo - giudiziario la cui esistenza solo per sfortunate coincidenze é stata inserita in un articolo della Costituzione. Ricordo anche che durante il governo Craxi si è stati sul punto di modificare la Costituzione, eliminando la previsione costituzionale sulla Corte. Sopravvisuta a quel pericolo di estinzione, sembra adesso risorta a nuova vita, e pontifica sull'inutilità dei segretari.

Mentre, però, i segretari comunali sono le colonne dei comuni, come dichiarato dal Ministro dell'Interno in aoccasione della riforma della categoria, la Corte dei Conti sembra un organo superfluo, in considerazione che ogni illegittimità o illegalità può trovare regolare censura con l'applicazionbe delle norme civili, penali e amministrative. Una suoperfetazione di controlli e di giudici, aggiungendo quello amministrativo - giurisdizionale della Corte dei Conti ai tre settori tradizionali del diritto, non può che creare duplicazioni di ruoli, funzioni, spese, e in ultima analisi maggiore confusione e incertezza del diritto. Che si ricominci di nuovo a parlare dell'inutilità della Corte dei Conti, quindi, residuo di tempi borbonici e preunitari, quando non c'era lo stato democratico di diritto. Adesso poi che si fanno tagli a destra e manca, per scongiurare la triste congiuntura, una grande riduzione di spesa pubblica verrebbe dall'abolizione della Corte dei Conti, se si pensa che l'utilità che essa dà alle casse dello stato é di gran lunga inferiore a quello che lo stato spende per tenerla in vita.