Speciale  -  La vicenda di Castel di Tora   -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Castel di Tora: il sospetto e il vulnus.


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         E’ accaduto tutto in una mattinata di tardo inverno quando da un titolo che ingenera qualche dubbio di connivente zelanteria, da “Italia oggi” abbiamo appreso che i Segretari comunali sono stati cancellati. Ecco, ci siamo detti,  il colpo di maglio di marca bossiana tanto temuto! Oppure no, è stato qualche Consiglio Regionale  decisosi ad applicare il nuovo Titolo V° della Costituzione come meglio ha ritenuto.

Invece no, niente di tutto questo.

I Segretari comunali  sono stati cancellati con la deliberazione del Consiglio Comunale di Castel di Tora, Comune di trecento anime in Provincia di Rieti, del 9 marzo 2002, n. 15.

Qui non si intende esaminare la portata giuridica del provvedimento, in particolare disquisire sull’effetto abrogativo della legge costituzionale n. 3/2001 sulle norme del Tuel o se, qualora tale effetto si fosse verificato, chi sia legittimato a colmare tali lacune e con norme appartenenti a quale livello della gerarchia delle fonti. Su tali problematiche già si sono espressi autorevoli giuristi e colleghi.

Qui interessa invece esplicitare un sospetto e, soprattutto, tentare di riparare un vulnus doloroso perché infondato e diffamatorio.

 

Il sospetto.

Il Sindaco di Castel di Tora è un avvocato. Conosce pertanto tutto quanto vi è da conoscere in materia di diritto pubblico. Siamo convinti che egli sia intimamente convinto della illegittimità del provvedimento.

Riteniamo, quindi, che quella del Consiglio Comunale di Castel di Tora sia soprattutto una provocazione, un messaggio inviato a chi da sempre vuole eliminare la figura del Segretario Comunale che, secondo costoro, costano troppo, ormai sono superati dai tempi e quindi vanno eliminati!

Questo provvedimento è solo lo squillo di tromba necessario a che poi se ne possa udire un altro, e poi un altro ancora e così via, fin quando l’ANCI non accolga in qualche modo il grido di dolore ed il Governo, il Parlamento o i Consigli Regionali non facciano il resto.

Questa è l’ipotesi probabilmente più fondata, il timore  più diffuso.

Se così non è si faccia sentire l’ANCI per prima. Del resto un suo autorevolissimo esponente è anch’egli Sindaco di un comune non distante da Castel di Tora.

 

Il vulnus

Eppure, quello che brucia di più è la motivazione in fatto del provvedimento: la incapacità supposta dei segretari comunali, che non sono di alcun supporto al personale degli enti locali che vantano figure professionali adeguate e collaudate nel tempo. Il Consiglio Comunale di Castel di Tora ritiene che  soprattutto i piccoli comuni non sanno che farsene di Segretari che “ non leggono costantemente e metodicamente le Gazzette Ufficiali, i Bollettini Regionali, le circolari Ministeriali, - che non riferiscono ed aggiornano gli amministratori, i dipendenti comunali su tutte le novità legislative ed amministrative nazionali, comunitarie e regionali, - che non sono in grado di governare, controllare, dirigere, incentivare e motivare i dipendenti comunali, -che non controllano gli adempimenti e le scadenze fiscali e tributarie con i relativi obblighi e conseguenze economiche, -che non sanno o non vogliono riferire e non informano i dipendenti e gli amministratori sui finanziamenti esistenti, nazionali, comunitari e regionali; -che non hanno capacità e fantasia di sollecitare la programmazione economica e finanziaria dell’Ente a cui sono addetti; - che non sappiano destreggiarsi nella gestione delle procedure e nella redazione dei bandi per pubblici appalti e relativi contratti; -che non sappiano padroneggiare l’informatica; -che non siano innamorati del proprio mestiere dirigenziale”.

Impressiona la portata devastante dell’improperio e delle falsità dette.

Eppure la Categoria dei Segretari Comunali neanche questa volta deve cedere alla tentazione di reagire istintivamente alla provocazione. E’, invece, necessario mantenere sangue freddo e ribadire con decisione estrema alcune verità  incontestabili:

a)                       dopo la riforma del 1997 e le successive norme di attuazione i Segretari Comunali costituiscono patrimonio essenziale delle autonomie locali, risorsa che noi riteniamo irrinunciabile per il sistema delle autonomie;

b)                       la scuola della pubblica amministrazione locale costituisce strumento di aggiornamento professionale che consente ai segretari comunali di essere la categoria professionale più idonea a supportare le pubbliche amministrazioni locali nella gestione dei complessi processi di sviluppo sociale ed economico delle comunità locali;

c)                       grazie ai segretari comunali qualunque cittadino, indipendentemente dal proprio grado di istruzione, ha potuto esercitare i propri diritti democratici potendo contare comunque in un supporto decisivo, idoneo sempre e comunque a garantire il corretto esercizio dell’attività amministrativa e delle funzioni di governo civile delle città e dei paesi;

d)                       dopo la riforma del 1997, soprattutto nei piccoli comuni, ma non solo in questi, ai segretari comunali sono stati attribuiti incarichi di responsabili di una o più aree o settori, consentendo di fatto un notevole risparmio di spesa per gli enti, atteso che nella stragrande maggioranza dei casi, proprio per l’assenza di specifiche disposizioni contrattuali, non sono state corrisposte indennità di alcun tipo, diversamente da quanto invece previsto per i dipendenti comunali in posizione apicale od individuati quali attributari di posizioni organizzative;

e)                       i segretari comunali, soprattutto nei piccoli comuni, ma non solo in questi, hanno di fatto svolto le funzioni di responsabili di servizio anche quando formalmente sono stati individuati e nominati altri soggetti, ai quali spesso e volentieri sono stati predisposti atti istruttori e schemi di provvedimento, garantendo comunque assistenza giuridica e collaborazione;

f)                         i segretari comunali hanno avuto la capacità di conferire effettivo spessore alla figura del Direttore Generale introdotta dalla legge n. 127/1977, riuscendo a svolgere quelle funzioni prima e meglio di ogni altro direttore generale che, proveniente da altre esperienze professionali, è stato introdotto con scarso profitto nel sistema delle autonomie locali. Non solo, ma è necessario anche chiederci: quanti Segretari hanno svolto, svolgono e svolgeranno di fatto la funzione di direttore Generale, soprattutto nei piccoli comuni e con buona pace del Sindaco di Castel di Tora, senza che sia stato loro riconosciuto in alcun modo l’esercizio di tale funzione?

g)                       i segretari comunali costituiscono garanzia di uniforme applicazione delle leggi sul territorio nazionale, contribuendo con il loro lavoro ad esaltare da un lato i valori delle autonomie locali e, dall’altro, garantendo il bene irrinunciabile dell’Unità Nazionale e dell’uniformità dell’ordinamento

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Si potrebbero aggiungere altre considerazioni a quelle sin qui esposte, tante altre verità che noi sappiamo incontestabili, perché provate dai fatti che ogni giorno avvengono nei nostri comuni e che sono sotto gli occhi di tutti.  

Eppure a noi pare che dai colleghi tutti emergano due esigenze fondamentali: la prima è quella di affermare, con la più grande determinazione possibile, il ruolo decisivo ed indispensabile del segretario comunale; la seconda è quella di ottenere dalle Istituzioni una presa di posizione chiara e dirimente sulla questione che è stata posta.

I segretari comunali hanno accettato una rivoluzione complessiva del loro ruolo, delle loro certezze, del loro status giuridico che non ha eguali nella storia della pubblica amministrazione italiana. La categoria in questi anni si è divisa, a volte anche dolorosamente, tra chi ha accettato la riforma e chi, invece, ha criticato le scelte fatte anche dal nostro sindacato per passare dallo status di funzionario statale in servizio negli enti locali a quello di funzionario degli enti locali.

Tutti sappiamo quale è stata la nostra strada, i dubbi, le difficoltà, i tentativi reiterati di delegittimazione. Eppure, forse con un po’ di ottimismo, si avvertiva  la convinzione che il peggio fosse passato, che il “trapianto” fosse attecchito, che i segretari comunali e le autonomie locali avessero rinnovato il loro patto, quasi oramai indissolubile.

Invece basta un provvedimento come quello del Consiglio Comunale di Castel di Tora e qualche titolo sui giornali, od ancora la notizia che da alcuni comuni si è richiesta copia di quella deliberazione per far rinascere, rinnovate nella sostanza, tutte le paure e le incertezze che si era creduto ormai lasciate indietro.

Noi diciamo no  innanzitutto a questa nuova situazione, no a questo nuovo tentativo di delegittimazione.

Noi chiediamo che ora e definitivamente  si pronunci sul problema chi ne ha la competenza istituzionale.

Se i segretari comunali debbono essere espunti dall’ordinamento giuridico, se di questa categoria benemerita, si proprio come l’Arma dei Carabinieri , il sistema delle autonomie locali non  ha più bisogno, questo lo si dica chiaramente ed inequivocabilmente con un atto legislativo appropriato e definitivo, che comunque non lasci più spazio alle spericolate acrobazie giuridiche ed alle invenzioni istituzionali di un povero sindaco di campagna che, improvvisamente, ha deciso di poter interpretare gli effetti del nuovo titolo V° della Costituzione sull’ordinamento giuridico ed attribuire allo statuto del suo comune una posizione che nelle fonti del diritto  non ha.

Questa è la prima richiesta, dunque, il primo obiettivo di lotta: il chiarimento definitivo della situazione. Certo nessuno può sostenere che la presenza o meno del Segretario Comunale può essere lasciata alla discrezionale valutazione di ciascun Sindaco, o meglio alle disposizioni di ciascuno Statuto. Si abbia quindi il coraggio di introdurre, con una norma, di quale livello lo dicano i costituzionalisti, l’abolizione della figura del Segretario Comunale, o, a contrario, chi deve ribadisca la necessità che questa figura resti, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, quale parte integrante e sostanziale del sistema delle autonomie locali.

I Segretari vogliono, ed hanno diritto ad ottenere, dalle Istituzioni una risposta precisa e definitiva, senza ulteriori giuochi al massacro!

(Documento approvato dall'Assemblea provinciale di Roma dell'UNSCP il 10 aprile)


 

Una lettera del segretario provinciale Unscp di Bergamo


Ho letto con stupore e perplessità l’intervento del responsabile del settore tecnico del Comune di Arcene (Bg) sulla pagina “Enti Locali” di Italia Oggi di venerdì 3 maggio scorso.

Se un funzionario comunale, come il responsabile del settore tecnico di Arcene, ritiene naturale esprimere su un quotidiano nazionale la propria scomposta soddisfazione per il caso di “Castel di Tora” e considera normale sollecitare la soppressione della figura del segretario comunale (“dieci, cento, mille Castel di Tora”), ciò mette in ulteriore rilievo quanto l’accanimento fuori misura sull’argomento tragga origine da pulsioni che poco riguardano l’interesse del sistema delle autonomie locali e che cercano e trovano alimento in atteggiamenti di insofferenza (per fortuna non generalizzabili) nei confronti dell’idea stessa di organizzazione e ancor più di organizzazione pubblica.

Come sa certamente il funzionario (sia pure “non dirigente”, come tiene a precisare) del Comune di Arcene, la conoscenza e l’aggiornamento su leggi, circolari e relativi commenti (con gli odierni strumenti attivabili in tempo reale da tutti), nonché “governare, controllare, dirigere, incentivare e motivare i dipendenti comunali” non sono compiti esclusivi del segretario comunale, ma – nel sistema organizzativo attuale, ormai non più di recentissima istituzione – sono anche compiti propri dei responsabili dei servizi/settori.

In un comune che vanta un’organizzazione che si avvale di “responsabili di settore”, altro può essere ascritto alla presenza (o all’assenza) del segretario comunale. Ad esempio: presenza (o assenza) in merito alla funzione di raccordo tra struttura e organi politico-amministrativi e loro indirizzi/obiettivi (ma le valutazioni in merito spettano al sindaco); svolgimento, o mancato svolgimento, della funzione di sovrintendenza generale, amministrativa ed eventualmente gestionale (se affidata), sull’attività dei settori; o, piuttosto, in merito allo svolgimento dell’attività di direzione, controllo e valutazione dei responsabili di settore, appunto. Forse, però, sono proprio queste attività che a taluni provocano insofferenza. E la provocano soprattutto, quando prevale la confusione di ruoli e competenze, in singoli funzionari che coltivano una propria personale idea non solo della figura del segretario comunale, ma anche delle relazioni interne all’Ente, nel loro complesso.

Un albero che cade, come quello maldestramente reciso dal sindaco di Castel di Tora, fa certo molto più rumore di un’intera foresta che cresce. I segretari comunali, che con l’attuale ordinamento non sono più garantiti da nulla - caro Pagliaro - se non dalla loro professionalità, sono in verità tra i più interessati a contribuire alla crescita di un sistema che li ha sempre visti e li vede sempre più coinvolti in prima linea. Serve un aiuto per capire? Si faccia autorizzare la partecipazione al corso di management pubblico che proprio nella sua provincia l’UNSCP – Unione di Bergamo ha organizzato, presso il Comune di Seriate, per la formazione congiunta di segretari comunali e responsabili dei servizi. Non il gioco al massacro, ma solo una crescita professionale complessiva di tutti coloro che sono chiamati a posizioni di responsabilità può dare risposte ai problemi degli enti. Questo interesse è appunto quello che ha sempre animato, ed anima, la peculiare professionalità dei segretari comunali in servizio presso i comuni di ogni dimensione e latitudine.

Daniele Lavore – segretario provinciale dell’UNSCP - Unione di Bergamo

(Dal sito UNSCP)


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