Speciale  -  La vicenda di Castel di Tora   -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Castel di Tora: un invito alla satira


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Il Grande Dizionario Garzanti definisce satira " il genere letterario che ritrae con intenti critici e morali personaggi e ambienti della realtà e dell’attualità, in toni che vanno dalla pacata ironia alla denuncia, all’invettiva più acre", ed ancora "qualunque scritto..ecc… che intende mettere in ridicolo comportamenti o concezioni altrui". La satira è la sublimazione del ridicolo ed è anche il mezzo democratico del popolo di opposizione al tiranno. Quale arma migliore del ridicolo? Orbene, qualsiasi impeto d’animo susciti la posizione del Sindaco di Castel di Tora (che ha "Statuito"la fine del segretario comunale), si può stroncare con la satira più acre e libera, sino all’invettiva! Il fatto non meriterebbe citazione, data l’enormità dell’errore, ma, visto che se ne parla, allora mettiamolo sul ridicolo.

Ridicolizziamo sia il fatto sia il protagonista, dall’epiteto di biblica dannazione, condannato, suo malgrado, a fare e dire minchiate. A nulla vale l’avviso di specificazione, apposto dal Direttore de "il Bollettino" n.387, nulla cambia all’ironia esprimibile ed alle battute da avanspettacolo che si possono ben immaginare. Perché non dare spazio alla satira, nei termini sopra definiti? A che serve dirci tra noi le ragioni giuridiche di un illegittimo provvedimento, mentre è più efficace coprirlo di ridicolo?

Avevo preparato quanto sopra e stavo per inviarlo al "Bollettino", quando leggo la lettera dello stesso sindaco di Castel di Tora su "Italia Oggi"; stavo per saltare dalle risate ma, mentre leggevo, mi si spegneva il sorriso per trasformarsi in smorfia di disgusto.Per chi non avesse letto il testo mi piace riportare la parte relativa ai piccoli comuni che :" non sanno che farsene dei Segretari che non leggono costantemente e metodicamente le Gazzette Ufficiali, i Bollettini Regionali, le Circolari Ministeriali; che non riferiscono ed aggiornano gli amministratori ed i dipendenti comunali su tutte le novità legislative ed amministrative nazionali, comunitarie e regionali; che non sono in grado di governare , controllare dirigere , incentivare,motivare i dipendenti comunali; che non controllano gli adempimenti e le scadenze fiscali e tributarie con i relativo obblighi e conseguenze economiche; che non sanno o non vogliono riferire e non informano i dipendenti e gli amministratori sui finanziamenti esistenti, nazionali, comunitari e regionali; che non hanno capacità e fantasia di sollecitare la programmazione economica e finanziaria dell’Ente a cui sono addetti; che non sappiano destreggiarsi nella gestione delle procedure e nella redazione dei bandi per pubblici appalti e relativi contratti; che non sappiano padroneggiare l’informatica; che non siano innamorati del proprio mestiere dirigenziale." Preferisco non commentare l’inciso. Il resto della delibera costruisce una motivazione alla nuova struttura dell’ufficio che viene chiamata segreteria amministrativa ( poteva inventare un altro termine). Una costruzione filologica artefatta che però, dettata da un esperto di diritto, non fa una piega.

Mi sovviene di aver sempre parlato della riforma delle segreterie comunali come un omicidio premeditato e questo mi conferma la tesi: una strisciante abrogazione che viene non dalla fonte primaria legislativa ma indiretta: chi vuole il segretario se lo tenga e chi non lo vuole, oggi è in grado di cancellarlo! E non basta! la conferma della tesi avviene con la pubblicazione del testo completo della delibera di Castel di Tora da parte dell’ ANCI nel sito wwww.ancitel.it .

Così un tacito invito, subdolo perché mascherato da informazione, ( quando mai ancitel ha pubblicato testi di deliberazioni?) a disposizione di tutte le amministrazioni che desiderano liberarsi dei segretari.

Aggiungo che non è affatto scontato che la delibera sia illegittima! Voglio proprio vedere se alla fine l’atto impugnato dall’Agenzia Nazionale sarà annullato. Nel frattempo ridiamoci sopra, ma è un riso amaro.

Giuseppe Natoli.

(da www.tiscali.it/ilbollettino)

 


 

Da Castel di Tora in poi


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   L'eclatante delibera del consiglio comunale di Castel di Tora ha fatto levare gli scudi a molti colleghi, indignati che quel comune e quel sindaco abbiano osato tanto contro la benemerita categoria dei segretari comunali. Si sta assistendo, quindi, ad una difesa ad oltranza della categoria, da parte di coloro che ne fanno parte. Tutto prevedibile. Ma il timore che numerosi altri comuni, e più importanti di Castel di Tora, ne seguano l'esempio, non é scongiurato dalla levata di scudi. A ben guardare quel sindaco e quel consiglio hanno interpretato abbastanza  correttamente le nuove norme sul federalismo. La loro interpretazione può non essere condivisa, ed era prevedibile che non venisse condivisa dai segretari, ma si deve riconoscergli una sua legittimità.

   Ciò posto, dobbiamo abbandonare il nostro futuro nelle mani discrezionali dei sindaci e dei consigli? Non credo. Però dobbiamo capire quello che é possibile sostenere, e quello che é d'uopo abbandonare al suo destino. Può darsi che, nel futuro federalista dell'Italia, non ci sia più spazio per la figura del segretario comunale assegnato ai comuni da un'agenzia esterna. Ciò non toglie, però, che il discorso deve valere per il futuro. Cioé, i posti di segretario comunale saranno coperti dai singoli comuni, come vengono coperti tutti gli altri posti degli organici comunali. Il problema che resta, a questo punto, é cosa fare dei segretari in servizio, entrati nei comuni con i concorsi statali o assegnati in questi ultimi anni dall'Agenzia. Credo che si possa fare così: i segretari restino nei comuni in cui prestino servizio, alla pari con gli altri dirigenti locali, e con le tutele che ricevono gli altri dirigenti dalle leggi e dai contratti collettivi. Non può esistere che un comune "rinunci" al suo segretario, come é avvenuto a Castel di Tora. Il legislatore può, invece, eliminare per il futuro le norme che permettono ad un'organo esterno ( l'Agenzia) di gestire l'albo dei segretari e di assegnare il segretario ai comuni.

   La soluzione sopra delineata é molto semplice e convincente: terminerebbe il continuo braccio di ferro tra la categoria dei segretari ed i comuni, ed i segretari in servizio resterebbero sicuri nel proprio posto di lavoro, senza temere le bizze del sindaco o la sua sostituzione.

   Leonardo Agate

(da www.tiscali.it/ilbollettino)


 

I segretari comunali alla "resa dei conti". Quali prospettive?


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La problematica dello status giuridico della categoria alla luce del nuovo Titolo V della Costituzione

La, purtroppo, tristemente nota vicenda che ha riguardato lo Statuto del Comune di Castel di Tora e il quadro delineato dalla riforma costituzionale intervenuta con Legge Costituzionale 3/2001 hanno messo in evidenza quanto "fragile" sia lo status del segretario comunale e quanto prossimo e reale sia il rischio di una "scomparsa" della categoria.

Una scomparsa annunciata e "appresa" dalle colonne di un quotidiano.

Infatti, non può essere sottaciuto il profondo rammarico e il più vivo sconcerto per il modo "brutale" con cui su ItaliaOggi di venerdì 22 marzo 2002, alla pagina 15, è stato pubblicato un articolo dal titolo "Cancellato il segretario comunale. Castel di Tora applica (per primo) la riforma costituzionale" a firma di Achille Maccapani. Si è trattato di un modo di "fare notizia" che ha profondamente leso la dignità professionale dei segretari che, trovandosi nella "trincea" e nella marea dei problemi del proprio Comune, hanno provato per l’ennesima volta, a mezzo stampa, una profonda umiliazione sia per la radicale delegittimazione del proprio ruolo attraverso tale durissimo attacco al proprio status giuridico già di per sé fortemente compromesso dagli effetti della riforma c.d. "Bassanini" che per l’inevitabile ilarità e la incredula costernazione suscitata dalla vicenda in capo ai propri collaboratori (dirigenti, vice segretari, incaricati delle posizioni organizzative) e agli organi politici.

Eppure, la vicenda di Castel di Tora è solo una prima avvisaglia degli effetti indotti dalla normativa di riforma costituzionale (L. Cost. 3/2001) nonché la logica conseguenza di una strategia politica volta alla graduale ma inesorabile eliminazione surrettizia della categoria in quanto tale; una strategia che, partendo dal famoso referendum promosso dalla Lega e passando per Legge 127/97, sta ormai delineandosi con chiarezza nella attuale fase della "stretta finale".

In questa fase così delicata occorre riflettere con grande attenzione sulla prospettiva dell’unificazione della figura del segretario con quella del Direttore Generale.

Tale unificazione da più parti invocata rischia di configurare "l’anticamera" della facoltatività della figura del segretario comunale nei comuni e nelle province dando vita ad un soggetto funzionalmente "fungibile" e -in ultima analisi- avente un taglio decisamente gestionale e come tale interamente sottoposto (quanto all’an e alle funzioni) all’ambito della potestà organizzatoria statutaria e regolamentare comunale di rango costituzionale propria delle autonomie locali, con gravissimo ulteriore rischio di una "apertura" dell’albo ad altri professionisti pubblici e privati sedicenti managers.

Per questa ragione è da ritenersi che il mantenimento a livello nazionale della figura del segretario comunale e la sua essenzialità in ogni realtà comunale e provinciale passino necessariamente attraverso una evoluzione legislativa dello status della figura decisamente riorientata verso:

la tipicizzazione rigorosa delle funzioni del segretario in termini di peculiarità, infungibilità ed esclusività (basta col segretario "tappabuchi"!);

la caratterizzazione del ruolo professionale precipuamente in termini di garanzia anziché in termini meramente direzionali-gestionali, con relativo riacquisto dell’imprescindibile terzietà ed indipendenza formale e sostanziale dall’organo politico;

in particolare, il nucleo delle funzioni deve necessariamente riguardare la altissima funzione di guida dell’ente nei confronti di un corretto impiego (ai sensi dell’art. 97 Costituzione: buon andamento ed imparzialità) delle funzioni fondamentali che competono ai comuni e che rientrano nell’ambito delle materie di legislazione esclusiva statale (art. 117, comma II, lettera p della Costituzione) nell’interesse dell’"Ente Comune" inteso come sintesi degli interessi della comunità locale di riferimento (concetto che, a ben vedere, riguarda non solo la "maggioranza" di turno ma anche le minoranze, i cittadini, le formazioni sociali ).

In definitiva, non più procrastinabile il momento di affrontare i "nodi" lasciati insoluti dalla riforma e che tanto assillano e mortificano l’azione quotidiana dei segretari; qualunque altra problematica (contrattuale, settoriale e di dettaglio) deve lasciare spazio prioritario alla riforma generale dello status nel senso sopra delineato in occasione della elaborazione della normativa attuativa del titolo V della Costituzione: pena, l’ineluttabile estinzione della categoria

E’ venuto il momento di lasciare gli indugi e di preparasi alla battaglia conclusiva per la esistenza della categoria, per la quale – data la posta in gioco- vale certamente la pena di resistere in modo compatto, determinato, inflessibile.

Per questa ragione è auspicabile l’avvio di un dibattito forte all’interno della categoria per non trovarsi impreparati di fronte alla gravissima sfida che ci attende.

Questo vuole essere lo spirito del presente contributo.

Modica, lì 3 Aprile 2002

Baglieri Ignazio, Comune di Giarratana (RG)-  Bella Giampiero, Comune di Chiaramente Gulfi (RG)-  Buscema Claudio, Comune di Pozzallo (RG)  

(da www.tiscali.it/ilbollettino)


 

Lettera aperta Ai Segretari Nazionale, Prov.li di Rieti e di Roma, dell'UNSCP


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 Mentre si va discutendo sulla legittimità o meno della posizione assunta dal Comune di Castel di Tora, non v'è dubbio che tale provocazione (perché altro non è!) già sta producendo i suoi dilaganti effetti negativi nei confronti di una categoria che ad oggi, oltre ai mille problemi derivanti da un ruolo dai margini sfocati, deve anche sopportare affermazioni (ricatti?) sulla possibile "eliminabilità" al solo tocco magico di una delibera di consiglio comunale.
    Un altro simpatico episodio sintomatico dell'attuale situazione di totale dequalificazione del ruolo del Segretario Comunale vede ancora una volta protagonista la ridente Provincia di Rieti e più precisamente il Comune di Pescorocchiano, circa 3000 abitanti, che in un bel pomeriggio di sabato (il sabato prima di Pasqua, ndr), durante il consiglio comunale convocato per l'approvazione del bilancio di previsione, assiste alla brillante proposta di alcuni consiglieri di minoranza: occorre adeguarsi al Comune di Castel di Tora (ipse dixit!) e quindi "aboliamo il Segretario Comunale"; ovviamente i due premurosi consiglieri hanno fatto presente di aver anche diligentemente individuato idonea destinazione per le somme "sprecate" in un anno per tale figura (tanto "non serve a niente, abbiamo i responsabili di servizio") e cioè la stabilizzazione degli LSU!!!     I provocatori hanno continuato imperterriti, inebriati dalla loro stessa trovata, con la sequenza di offese (alla categoria) che il diligente Segretario Comunale (che - allo stato dei fatti - avrebbe potuto tranquillamente far ritorno a casa per le festività pasquali e lasciare la verbalizzazione della seduta ad un lavoratore socialmente utile) ha doverosamente annotato sul proprio brogliaccio e riportato in delibera.
    Null'altro tono, se non quello ironico, si addice a tale farsa che purtroppo è stata resa possibile (e chissà quanto ancora tollerabile) per colpa del poco interesse che c'è nel ridefinire il ruolo preciso della nostra figura professionale. Chi scrive sta raccontando l'accaduto non per lamentarsi del "maltrattamento" in consiglio da parte di "signori brutti e cattivi". ma perché l'offesa è stata fatta a tutta la categoria ed alla professionalità che la contraddistingue. Occorre prendere una posizione precisa di fronte a questi atteggiamenti che sminuiscono professionisti a cui l'intero Ente alla fine dei conti (ma proprio alla fine??) fa riferimento per ogni minima necessità. E la posizione va assunta da tutti indistintamente, non solo da coloro che sono coinvolti in simili decisioni in prima persona ma anche da coloro, che come me, si limitano a sopportare simili "scempiaggini" da parte chi non ha potere di prendere decisione in merito ed hanno la fortuna (forse un'eccezione?) di svolgere il proprio ruolo professionale in modo dignitoso grazie al profondo rispetto del Sindaco e degli altri Amministratori, oltre che dei dipendenti. Un Sindaco che, a fronte di un attacco tanto stupido ed a prescindere dalla legittimità delle decisioni di altri colleghi, ha ritenuto doveroso difendere il ruolo professionale del Segretario Comunale dimostrando la propria disponibilità a convocare un Consiglio inserendo all'O.d.G. una discussione su quanto accaduto.
    La mia protesta serva a prendere coscienza della situazione in cui si trovano oggi i Segretari Comunali, a porre in essere tutte le azioni necessarie per tutelare la loro professionalità, ma soprattutto sia un invito per tutti i colleghi a rispondere a simili bassezze con fatti concreti, dimostrando con il loro impegno la propria professionalità e la propria serietà in un lavoro tanto complesso nelle realtà comunali di oggi.
Cristiana Micucci

(da www.tiscali.it/ilbollettino)


“Ancora sull’abolizione del Segretario Comunale per disposizione statutaria”


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Il Sindaco Vespaziani ha ragione quando sottolinea la necessità che il dibattito apertosi in seguito alla famosa decisione del Consiglio comunale di Castel di Tora, si mantenga nei limiti della correttezza istituzionale. Il mio Sindacato non ha pertanto problemi ad accogliere tale invito, nella certezza che identica correttezza verrà osservata da tutti i soggetti coinvolti che perciò vorranno abbandonare nel futuro toni irriguardosi e diffamatori di un’intera categoria di servitori dello Stato.

Se, quindi, alcune delle osservazioni avanzate dal sindacato sono risultate eccessive, lo è stato al di là delle intenzioni e di questo ci rammarichiamo, ma ciò non ci impedisce di ribadire il fermo dissenso da quanto portato avanti dal Sindaco di Castel di Tora.

Il punto centrale su cui desidero attirare l’attenzione in questa sede non è tanto la legittimità del comportamento del Comune. Il Sindacato ha già espresso la propria opinione: si tratta di un comportamento palesemente illegittimo in merito al quale le sedi competenti adite avranno modo di pronunciarsi e di stabilire se l’Unione dei Segretari  aveva o meno ragione.

Il dibattito teorico sull’estensione - e di converso sui limiti – dell’autonomia riconosciuta agli enti locali dal nuovo dettato costituzionale è sicuramente interessante (per gli addetti ai lavori quali noi siamo), ma risulterebbe sterile se non si ricordasse che il caso investe innanzitutto il ruolo e la dignità professionale di migliaia di professionisti e – nel caso specifico – di una stimata collega.

Tale ruolo e tale dignità non possono essere “aboliti” con atto unilaterale come se tale abolizione non avesse conseguenze concrete, ma fosse solo l’esercizio di un astratta autonomia organizzativa.

Infatti nell’ente locale agiscono poteri e soggetti (quali i segretari comunali) che trovano la loro legittimazione - e il senso del loro ruolo - non tanto nel potere di autorganizzazione dell’ente (che in quanto tale è intangibile), bensì nella legge che di questi soggetti e poteri riconosce l’intima necessità in quanto depositari di compiti la cui importanza ed esistenza non si ritiene possa essere lasciata all'apprezzamento discrezionale ed eventuale di ciascuna amministrazione locale.

Si tratta di un equilibrio delicato, che può, come tutto, essere messo legittimamente in discussione e forse lo sarà nel futuro, ma che per la sua delicatezza va trattato con modi appropriati e nelle sedi competenti, e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, evitando scorciatoie dannose, e nella consapevolezza che le istituzioni sono la casa comune di tutti: cittadini, amministratori e professionisti della pubblica amministrazione.

Collevecchio, 22.04.02    Il Segretario Provinciale Dott.ssa Gabriella Di Bella

(dal sito UNSCP)


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